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Un’operatrice sanitaria in Zambia indossa una visiera protettiva e una mascherina.
Un’operatrice sanitaria in Zambia indossa una delle visiere protettive prodotte da Apple.
In un tentacolare magazzino di Lusaka, un camion viene caricato con scatole di farmaci antiretrovirali salvavita e parte in direzione ovest per un viaggio di due ore fuori dalla capitale dello Zambia. La destinazione è una clinica rurale di Mwembeshi e oggi, oltre al solito carico, trasporta anche diverse scatole di mascherine e visiere protettive donate da Apple per contribuire alla lotta contro il COVID-19. 
Quest’anno, il COVID-19 ha cambiato il panorama sanitario in modo drastico. Il Global Fund coordina queste spedizioni per sostenere la lotta contro AIDS, tubercolosi e malaria, e per rispondere a questa seconda pandemia ha dovuto reagire in fretta creando il COVID-19 Response Mechanism, che adatta i programmi già esistenti per consentire a chi deve seguire terapie salvavita, inclusa quella a base di antiretrovirali, di continuare a farlo in sicurezza. 
Apple ha iniziato a collaborare con (RED) nel 2006 e da allora ha lanciato decine di prodotti e accessori a sostegno della campagna, inclusi i nuovi iPhone 12 e iPhone SE (PRODUCT)RED. Grazie alla vendita di questi prodotti, Apple e i suoi clienti hanno raccolto quasi 250 milioni di dollari a favore delle iniziative promosse dal Global Fund nell’Africa subsahariana. Con il diffondersi della pandemia da COVID-19 in tutto il mondo, Apple ha deciso di destinare i proventi della campagna (PRODUCT)RED a favore del Response Mechanism fino al 30 giugno 2021. Apple ha inoltre donato al Ministero della Salute dello Zambia milioni di dispositivi di protezione individuale (DPI), fra cui mascherine chirurgiche provenienti dalla sua filiera e visiere progettate e prodotte da Apple stessa. 
Due addetti caricano uno scatolone su un veicolo presso un magazzino in Zambia.
Le forniture di antiretrovirali salvavita e dispositivi di protezione individuale Apple vengono caricate su un camion presso un magazzino a Lukasa, Zambia.
Prosperina Mwanza del Mwembeshi Rural Health Centre, Zambia.
Prosperina Mwanza dirige il Mwembeshi Rural Health Centre e ha visto con i propri occhi l’impatto che il COVID-19 ha avuto sulla vita dei suoi pazienti e di tutta la comunità.
Al Mwembeshi Rural Health Centre, fra il personale venuto ad accogliere il camion con i farmaci antiretrovirali e i dispositivi di protezione Apple c’è anche Prosperina Mwanza, che dirige la clinica. 
“Questa fornitura di DPI sarà fondamentale per ridurre i contagi” dichiara Mwanza, che ha visto con i propri occhi l’impatto che il COVID-19 ha avuto sulla sua clinica e soprattutto sui pazienti con HIV che ricevono la terapia antiretrovirale. “In questo momento, il problema maggiore è che le persone non fanno più le visite di controllo per evitare di entrare in contatto con chi ha contratto il COVID-19.”
Ed è un problema che riguarda non solo lo Zambia, ma tutta l’Africa subsahariana. Yoram Siame è Head of Advocacy, Planning, and Development presso la Churches Health Association of Zambia (CHAZ), il principale fornitore di servizi sanitari non statale del Paese.
“Le persone hanno paura di andare nelle strutture sanitarie” racconta Siame. “Per chi vive con l’HIV questo è un grosso problema, soprattutto sapendo che il COVID-19 uccide in stragrande maggioranza chi ha patologie pregresse. Come possiamo garantire supporto a chi segue terapie salvavita e rassicurare le persone che possono recarsi presso le strutture sanitarie in tutta sicurezza? La situazione non è per niente facile.”
Il viaggio di una fornitura di DPI Apple, da un magazzino di Lukasa fino a una clinica rurale.
Il Global Fund ha reagito adattando i suoi servizi sanitari per garantire la fornitura di test rapidi per il COVID-19 e strumenti diagnostici, intensificare la distribuzione delle terapie presso le comunità locali e dotare gli operatori sanitari di strumenti per educare la popolazione in materia di salute e sicurezza. 
“Il contributo del Global Fund è stato fondamentale” continua Siame. “Siamo riusciti a destinare parte dei fondi all’acquisto di attrezzature protettive per gli operatori sanitari, abbiamo aumentato la nostra capacità di fare test e siamo riusciti a intervenire a livello di comunità per aiutare le persone a capire cosa comportava il COVID-19 per loro e le loro famiglie.” 
Il Cardinal Adam Memorial Hospital, circa 50 km a est di Mwembeshi, ha ricevuto la prima fornitura di dispositivi di protezione individuale Apple poche settimane fa. Samson Tembo è un ufficiale militare in pensione e da due anni coordina il programma HIV dell’ospedale.
“I dispositivi di protezione individuale sono molto importanti perché oltre a proteggere fisicamente i nostri operatori, ci permettono di svolgere il nostro lavoro con più tranquillità” spiega Tembo.
Il Cardinal Adam Memorial Hospital di Lusaka, Zambia.
Il Cardinal Adam Memorial Hospital, alla periferia di Lukasa, Zambia, ha ricevuto la prima fornitura di dispositivi di protezione individuali Apple alcune settimane fa.
Con il diffondersi della pandemia di COVID-19, Tembo è stato costretto a modificare i suoi piani terapeutici perché molti dei suoi pazienti restavano a casa.     
“Per limitare il numero di visite in struttura, ai pazienti sono stati dati i farmaci in quantitativi che coprivano periodi più lunghi rispetto al solito” racconta Tembo. “Per questo non possiamo sapere se si stanno attenendo al loro piano terapeutico. Come medico, ho bisogno di sapere come stanno, ma senza vederli regolarmente diventa difficile.”
Wilson Kalunga ha scoperto di avere l’HIV cinque anni fa ed è uno dei milioni di zambiani che, tramite il Global Fund, ogni giorno ricevono terapie antiretrovirali (ARV) per tenere il virus sotto controllo e impedirgli di evolvere in AIDS. È in cura da Tembo e il COVID-19 non ha interrotto le sue visite in ospedale.
“Mi spaventa di più l’idea di sospendere la terapia” racconta Kalunga. “Continuo a venire perché so che devo prendere gli antiretrovirali regolarmente e che se interrompo la terapia rischio di contrarre altre malattie.”
Negli ultimi vent’anni, lo Zambia ha fatto grandi progressi nella lotta contro l’HIV/AIDS. Nel 2003 i decessi annui per patologie correlate all’AIDS erano 61.000, e grazie agli sforzi del Global Fund in collaborazione con il governo del Paese e le strutture sanitarie, questo numero è sceso di oltre il 70% e quello dei nuovi contagi si è dimezzato rispetto alla fase di picco. Insieme alle Nazioni Unite, il Global Fund persegue anche un obiettivo ancora più grande: debellare completamente l’AIDS entro il 2030. 
“Sono sicuro che fra 10 anni si parlerà di AIDS solo nei libri di storia, ma è fondamentale riuscire ad arginare i danni dovuti alla disinformazione” sostiene Siame della CHAZ. “Eventi come la pandemia di COVID-19 ci fanno capire quanto lavoro sia ancora necessario per raggiungere l’obiettivo. Ma penso anche che in questa circostanza [il Global Fund] abbia dimostrato di sapersi adattare.” 
Al Cardinal Adam Memorial Hospital, Tembo spera che grazie alle misure aggiuntive coordinate dal Global Fund, inclusi i DPI forniti da Apple, i pazienti possano sentirsi più sicuri e decidere di riprendere a curarsi regolarmente. 
“Per i nostri pazienti è sicuramente un vantaggio perché potranno venire in ambulatorio sentendosi protetti.” 
Kalunga, uno dei pazienti di Tembo, è d’accordo con lui e vuole dare un consiglio a tutti coloro che hanno dei timori.
“Io vado in clinica regolarmente e non ho preso il COVID-19. Quindi invito tutti a fare come me.”
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Immagini dei DPI Apple in Zambia

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